- Elementi di Elaborazione Narrativa I -
Livelli di fruizione
di Luca Belcastro
* estratto da "Riflessioni latinoamericane" *
Un film d'autore. Due volti in primo piano conversano tra di loro in una lingua sconosciuta. La preoccupazione per cercare di comprendere le parole, e con esse la trama, invita a leggere i sottotitoli il più in fretta possibile, per non perdere almeno qualcuna delle loro espressioni, anticipando così i tempi del dialogo.
Vedendo il film una seconda volta, il ricordo di quello che si dicono fa sparire questa preoccupazione di capire e permette di concentrarsi sui loro visi, sulle loro movenze.
La terza volta, l'attenzione potrebbe dirigersi verso i dettagli dei loro volti, sul movimento degli occhi, anche i più impercettibili. E se i loro capelli fossero mossi dal vento, si potrebbe notare, la quarta volta, come i due personaggi siano in uno spazio aperto, e questo spingerebbe a esplorarlo. E se per esempio, si trovassero in un bosco, le visioni successive potrebbero invitare a vedere, in progressione, gli alberi che lo popolano e poi, magari, a soffermarsi su uno di loro e vedere la forma dei suoi rami fino a rendersi conto della presenza di un uccello, del suo canto, del suo volo, dei suoi colori...
Un altro film. Nell'enorme atrio di una stazione affollata, centinaia di persone transitano in attesa dei loro treni. Comprano giornali, mangiano, guardano le vetrine dei negozi, creando una grande confusione. Il cambio continuo di inquadratura amplifica la sensazione di caos generale.
Dopo queste prime immagini, uno dei presenti prende man mano il ruolo di protagonista. Lo si può seguire in azione durante la sua giornata, memorizzare le sue caratteristiche fisiche, psicologiche, caratteriali.
Vedendo la pellicola una seconda volta, la conoscenza previa di questo personaggio principale potrebbe invitare a cercare di rintracciarlo tra la folla dell'inizio, forse tralasciando la visione generale. Si potrebbe vederlo un momento qui, un altro là, e cercare di seguire il suo cammino tra una inquadratura e l'altra.
La terza volta, con l'esperienza acquisita, lo sguardo dello spettatore riuscirebbe ad accompagnare quell'uomo nei suoi movimenti con più precisione fino a che, nelle visioni successive potrebbe avvicinarsi sempre più ai dettagli, a come si muove, a com'è vestito, ai suoi gesti, alle sue eventuali esitazioni, alle espressioni del suo volto...
Nella fase dell'Elaborazione Narrativa è importante tener presenti le differenti possibilità di fruizione da parte del pubblico, soprattutto l'ascolto emozionale, meno selettivo degli ascolti culturale e tecnico. Per questo, è utile pensare a possibili livelli di progressiva immediatezza o complessità percettiva.
Si potrebbe definire un primo livello di superficie, non "superficiale", immediato e diretto, che presenti elementi più evidenti, ai quali chi ascolta possa "aggrapparsi", riuscendo a seguirli nei loro percorsi, modificazioni ed evoluzioni. Ciò consentirebbe un primo rapporto con l'opera che inviti ad avvicinarla di nuovo.
Però, a meno che non si componga con l'idea che la composizione sia ascoltata una sola volta, non ci si dovrebbe limitare alla superficie. In questo caso ci sarebbe il rischio che, forse già al secondo ascolto del brano, non incontrando niente di nuovo, l'uditore si allontani. Dunque è importante prevedere altri livelli, un secondo, un terzo e ancor più in profondità, che necessitino di sempre maggiori esperienze di ascolto per essere individuati e vissuti.
Nel caso dei due esempi precedenti, nel primo questa profondità vive a livello dei piani che appaiono uno dopo l'altro nelle fruizioni successive. Nel secondo, i dettagli dello stesso elemento si rivelano in progressione ogni volta che ci si rapporta con lui.
Una composizione che non abbia contenuti a livello della superficie, è probabile che richieda a chi la ascolta uno sforzo enorme, anche in rapporto alle sue abitudini, possibilità e strumenti interpretativi.
Ciò non significa che l'autore debba ricercare la facilità di ascolto o presentare semplificazioni per creare un facile contatto. Al contrario, la presenza di vari livelli progressivi permette, a chi si avvicini per la prima volta, di iniziare, senza rendersi conto, la propria relazione con la profondità. Mentre si pone in contatto con la superficie, può già avere una prima esperienza, seppure sul piano incosciente, con gli altri livelli. E a partire dal secondo ascolto, quando lascia a lato quello che già conosce, si può concentrare su elementi più profondi, che a questo punto sono già presenti nella sua esperienza auditiva.
Siamo sempre bombardati da mille stimoli alla volta, ma abbiamo la capacità di concentrarci solo su alcuni tralasciando altri, di focalizzare l'attenzione in qualche punto privilegiato. Questo non significa che gli altri stimoli non arrivino - sebbene non se ne abbia coscienza diretta e lo facciano in forma subliminale - e che con il tempo prendano, in maniera "naturale", sempre più spazio nella nostra percezione.